PARADISO COME NUOVO AFFITTASI
RACCONTI di EPHRAIM KISHON
Traduzione di Amina Pandolfi
EDITRICE LONGANESI
ANNO1980
IBSN no
Poco dopo la cacciata della prima coppia di coniugi dal giardino dell’Eden, all’ingresso venne affisso un cartello:
« A seguito partenza inquilino precedente – paradiso come nuovo affittasi ».
Per la verità a presentarsi furono in pochi. Uno dei potenziali interessati, che arrivò portandosi dietro una moglie grassona, dopo una visita molto superficiale al luogo, dichiarò che alla prima pioggia si sarebbero formate pozzanghere enormi, invalicabili. E in inverno c’era da gelare, dal momento che non si vedeva ombra di impianto di riscaldamento.
« Quanto tempo dovremo ancora aspettare l’invenzione del fuoco? » domandò.
« Un milione di anni », rispose l’arcangelo Gabriele.
Non riuscirono a fare il contratto.
A firmare il contratto non ci sarebbero arrivati comunque, perché la grassona era allergica agli uccelli:
« Questo continuo cinguettio non lo sopporto. Mi fa uscire pazza. E anche l’intonazione dei colori non mi piace. Tutto sul verde. Non una traccia di rosa o di beige da nessuna parte. Nient’altro che verde, verde, verde ».
E con queste parole trascinò il marito all’uscita.
« Potremmo provare a mettere delle tappezzerie », gridò Gabriele dietro ai due.
Ma quelli erano già scomparsi.
Il giorno seguente arrivò l’ingegner Glick. Ispezionò il posto con la sua abituale scrupolosità, e intanto continuava a scuotere la testa:
« Niente frigorifero… niente condizionatori d’aria… come si potrebbe resistere qui in piena estate? »